Finalmente dopo un’attesa di oltre tre mesi la procedura dicomposizione negoziata della crisi d’impresa – prevista con il D.L. 118/21 – muove i primi passi. Le difficoltà iniziali erano dovute all’assenza della figura cardine intorno alla quale ruota tutto: l’esperto negoziatore, colui che affiancherà l’imprenditore nelle trattative con i creditori.
Le domande presentate ad oggi sono circa 60, di cui quasi un terzo presentate in Lombardia, ma molte anche in Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Campania.
I tempi sono molto brevi, a seguito della domanda l’assegnazione dell’esperto deve essere fatta nell’arco di sette giorni.
I vantaggi: l’imprenditore può continuare a gestire la propria azienda a patto di non arrecare pregiudizio ai creditori. L’esperto lo affianca, ma non lo sostituisce, il suo ruolo infatti è di certificare l’esistenza di chance di risanamento e aiutarlo nelle trattative con i creditori. La presenza dell’esperto agevola la trattativa poiché rassicura i creditori e i fornitori sull’affidabilità del piano, questi non si trovano davanti solo l’imprenditore ma anche una figura imparziale ed equidistante che certifica la capacità del piano a perseguire il risanamento e la sostenibilità dei debiti. La valutazione del piano avviene inoltre in base ad un protocollo e una checklist di controllo trasparente e definita dalla normativa, elemento che dovrebbe rassicura e accresce la fiducia dei creditori.
Punto debole: un nodo difficile da sciogliere è invece quello della riservatezza nei casi in cui l’imprenditore, che ha avviato la composizione negoziata, chiede al tribunale le misure protettive del patrimonio per bloccare le azioni aggressive dei creditori o per sostenere gli obblighi previsti dal codice civile quando il capitale diminuisce. In tal caso, infatti, l’istanza va pubblicata nel registro delle imprese, ma questo, facendo emergere la crisi, può generare sfiducia nella continuità delle forniture e allontanare i clienti.
Secondo gli esperti il picco delle domande ci sarà in primavera quando, in primo luogo arriveranno all’approvazione i bilanci del 2021, che scontano i danni di due anni di pandemia; in secondo luogo, quando finirannole moratorie e riprenderanno le attività di riscossione da parte dell’agenzia delle entrate.